Seminar paper from the year 2005 in the subject Romance Languages - Italian and Sardinian Studies, grade: 1, University of Frankfurt (Main), course: Pirandellos Romane, 7 entries in the bibliography, language: Italian, abstract: Introduzione In questo breve lavoro ci occuperemo di tre personaggi: Anselmo Paleari, Simone Pau e Vitangelo Mostarda, delle loro caratteristiche e della loro posizione nella produzione letteraria di Pirandello. Rispettivamente in Il fu Mattia Pascal, Quaderni di Serafino Gubbio operatore e Uno, nessuno, centomila, questi tre personaggi giocano un ruolo molto importante per la comprensione della filosofia pirandelliana e della trasformazione da persona a personaggio che i suoi protagonisti subiscono nel passaggio dalla prosa al teatro. All'interno dei romanzi, ognuno di questi personaggi rappresenta quella che potremmo definire 'la voce filosofica', ovvero la riflessione più profonda, il momento più intimo di elaborazione e giudizio delle vicende proposte all'attenzione del lettore. Si tratta di vere e proprie pause, più o meno brevi, più o meno intense, in cui queste figure, indipendentemente dalla loro centralità nella storia, invitano il lettore ad analizzare il valore del riso, dell'elemento comico della vicenda, per valutarlo in un'ottica più globale e trarre da esso quell'insegnamento, quella filosofia di vita appunto, che, anche se non in maniera pressante o del tutto manifesta, rimase sempre una delle preoccupazioni centrali dell'autore. Nelle prossime pagine, ci soffermeremo dunque sul ruolo dei singoli personaggi all'interno dell'opera in cui vengono presentati, ma cercheremo anche di analizzare la loro funzione in maniera globale, per vedere che tipo di relazione esiste tra di loro e come le riflessioni di uno influenzino l'altro e, tutte insieme, servano al lettore per schizzare il pensiero di Pirandello e comprendere quel persistente desiderio dell'autore che lo spinse a sperimentare sempre nuove forme, dalla novella al romanzo, al teatro e infine al cinema.
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