La storia convulsa, tenera e appassionante di un amore nato intorno a un piatto di spaghetti. «Fu in quel momento che arrivarono i primi. Il cameriere li dispose sulla tavola quasi in contemporanea, con ampi gesti delle braccia. Tre piatti fumanti di spaghetti cozze e vongole. Poco pomodoro. Fili sottili di prezzemolo tra valva e valva. Un profumo delicato, seducente. Qualcosa di metallico e polposo al tempo stesso. Una promessa di lontananza a due passi dalla bocca. Poi il primo boccone. Buonissimo. Mi sembrava di non aver mangiato mai niente di tanto saporito, e questo fu sufficiente per cominciare a lavorare ai fianchi il malumore», così Lagioia descrive il suo rapporto con la cucina e i piatti di pasta in particolare.
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