La città, gli angeli ed il filo rosso, ci propone una riflessione nuova e positiva sulla perdita di valori e d'orientamento della Bit generation. Affascinato e sedotto anch'egli dal luccichio di vetrine e locali e dal rumore di auto e tram, non dimentica mai di omaggiare la presenza immanente dell'uomo, vero protagonista, anche quando assente. L'atmosfera vibrante della vita cittadina, resa dalla corposità materica di luce e colore e dall'incisivo segno della spatola, coniugano in un sodalizio armonioso le due dimensioni della modernità: quella fugace del ritmo cittadino e quella intimista e contemplativa dell'uomo. Ferrante ci invita a partecipare con entusiasmo alla festa di luci, colori, suoni e odori che la città offre ai nostri sensi, esortandoci a non perdere mai di vista la dimensione umana. È un richiamo sincero e convincente ad osservare e capire i comportamenti e ad ascoltare le parole silenziose tanto della collettività quanto del singolo. (Cecilia Limpido) A chi ha avuto modo di visitare la mostra che la Soprintendenza al Polo Museale di Roma ha voluto dedicare nel 2007 a Mario Ferrante nelle sale di Palazzo Venezia, non sarà certo sfuggito l'impegno dell'artista di rendere icastica una serie di visioni metropolitane rappresentate nell'atto del compiersi, evidente modulazione teatrale inesausta legata alle sue passeggiate con macchina fotografica e baedeker sottobraccio, nulla più che appunti iconologici di artista. Caratteristica di tale ciclo è la qualità dell'evento che viene colto nel suo farsi, nel divenire, prima, visione, poi, capacità di avvolgimento badiale e fantasioso, processo rutilante di manualità e vocazione. Dagli anni della recherche ad oggi Ferrante ha progressivamente placato la violenza dello scatto represso, fino al manifestarsi del contemporaneo enigmatico. Ecco, allora, il Ferrante impetuoso - pennelli riposti e spatola di ordinanza - insinuarsi, savio e riservato, a caccia di istantanee sulla contemporaneità.(Massimo Rossi Ruben) Il volume è a cura di Francesco Giulio Farachi e Massimo Rossi Ruben.
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