Dal Maestro dell’Osservanza, attivo nella Siena del ’400, ai caravaggeschi Orazio Borgianni e Carlo Saraceni; da Guercino a Mario Ceroli, dalla critica di Libero de Libero al cosiddetto “Ciborio di Sisto IV”; da Rutilio Manetti alle questioni lessicali delle “Vite” del Baglione; dall’analisi delle strutture linguistiche e retoriche sottese al metodo compositivo di Giorgio de Chirico al riesame della “disputa critica del Barocco”; dalla ricognizione del pensiero di Lionello Venturi sul ritratto antico all’indagine sul processo d’informatizzazione di Iconclass; dalla cultura domenicana di Caterina da Siena, a quella francescana e al suo profondo amore per la Creatura; dalla contemplatività di san Girolamo al carisma profetico di Giobbe; dalla revisione ideologica imposta alla figura di san Carlo Borromeo alla mariologia di sant’Ambrogio; dall’iconografia alla filologia, dalla ricerca archivistica all’iconologia. I saggi di questa raccolta, scritti fra il 1997 e il 2006, sono collegati dall’idea della profonda continuità della Tradizione, che vige anche al di là delle fratture e delle discontinuità, e che ancora in questi tempi, nascostamente, mantiene viva la nostra identità. Non può esistere idea dell’uomo che non si radichi nella realtà di una Tradizione che, da quello creata, finisca per accoglierlo nella propria rete, trascenderlo e organizzarne il pensiero, l’esperienza e anche la capacità di trasporre sul piano dell’azione l’esperienza così acquisita. I saggi qui raccolti vorrebbero, in questo senso, sottrarsi alla semplice definizione di “studi di storia dell’arte”, aspirando a essere, nella loro prospettiva interdisciplinare, indagini su come l’uomo ha organizzato in piena coscienza, nel corso del tempo e in epoche diverse, la propria “autorappresentazione” culturale, confidando che l’opera d’arte non sia solo un campo di sperimentazione della forma e del colore in rapporto alla visione, bensì anche e soprattutto una cosciente e volontaria rappresentazione del sistema dei valori e delle conoscenze dell’uomo, e in ultimo delle sue aspirazioni, non dimenticando che l’arte è soglia da cui non si può, ma si deve accedere allo spazio del “sacro”. L’arte non è solo esperienza del “vedere” o del “sentire”, come anche, certamente, del “sapere”, ma soprattutto dell’Essere. Marco Gallo (Roma, 1964) insegna Storia dell’arte moderna e Storia dell’arte contemporanea alla Libera Università “Maria SS.ma Assunta” (LUMSA) di Roma, e Storia dell’arte moderna alla Scuola di Specializzazione in Storia dell’arte medioevale e moderna della LUMSA di Palermo; presso la LUMSA di Roma insegna anche Storia dell’arte moderna al Master in “Tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali”.
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