Dopo tre giorni di tempesta, un pescatore scopre, arenata sulla riva, una ragazza che sembra essere scampata a una grande violenza. La voce della naufraga si innalza, facendo appello a tutti gli dei del voodoo e ai suoi antenati, per tentare di capire come e perché si è ritrovata lì. Ed è la sua voce a scandire l'ampio romanzo familiare raccontato da Yanick Lahens, a evocare le tre generazioni che hanno preceduto la giovane per fare luce sul doppio mistero della sua aggressione e della sua identità. I Lafleur hanno sempre vissuto ad Anse Bleue, un villaggio di Haiti dove la terra e le acque si confondono. Tra loro e i Mésidor, diventati i signori del luogo, i legami sono antichi, e il risentimento pure. Risale al tempo in cui i Mésidor hanno fatto man bassa di tutte le terre buone della regione. Quando, al mercato, Tertulien Mésidor si ferma come fulminato davanti al banco d'Olmène (una Lafleur), l'attrazione è reciproca. La storia dei due si scriverà al contrario dei luoghi comuni sulle donne sottomesse e gli uomini predatori. Ma, in quest'isola spazzata anche dagli uragani politici, voci di terrore e di morte non tardano a sollevarsi. Per raccontare il mondo "nuovo" dei fratelli e delle sorelle dilaniati, delle depradazioni, dell'opportunismo politico, Yanick Lahens si rimette al coro immemorabile dei contadini, che non si lasciano ingannare e si fidano solo delle potenze sotterranee. Le loro parole vibranti, magiche, danno a questo romanzo magistrale una violenta bellezza.
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